Tutto inizia con una domanda: è possibile fare impresa ed essere realmente sostenibili?
Il termine GREEN ormai lo troviamo ovunque: c’è chi utilizza materie prime alternative o recuperate, altri invece ottimizzano i sistemi per consumare meno energia o materiali, le iniziative sono molteplici. Non sempre però GREEN è sinonimo di sostenibile. Quello ecologico è solo uno degli aspetti che rendono sostenibile un prodotto o un servizio.
L’aspetto sociale e quello economico rivestono la stessa importanza.
Per questo adesso il nuovo termine è ESG, cioè l’attenzione per l’ambiente, le persone e il portafoglio.
La strategia di Orobica Inerti è un è percorso continuo di perfezionamento sulla base di questi principi.
Avendo diverse aree di cava recuperate e libere, nel 2012 si è deciso investire in campi fotovoltaici che avrebbero consentito di vendere e risparmiare energia elettrica. Questa scelta ha permesso pochi anni dopo di smantellare i generatori a gasolio che prima facevano funzionare gli impianti, e utilizzare l’energia auto prodotta. L’investimento è costato circa 2 milioni e ha un costo di manutenzione medio di 25 k€. Grazie alla vendita e all’autoconsumo l’investimento ha avuto un tempo di ritorno di circa 6 anni. Il campo fotovoltaico ha usufruito del 5° conto energia che garantisce per 20 anni un incentivo sia per la vendita che per l’autoconsumo di energia prodotta.
Il fabbisogno energetico annuale dei vari impianti produttivi è di circa 1.32 GWh, valore identico all’energia prodotta annualmente dal campo fotovoltaico da 1 MWp (cioè in condizioni ottimali produce questa potenza). Naturalmente la quantità di energia prodotta in estate è diversa da quella prodotta in periodi con meno irraggiamento in cui l’efficienza è inferiore al 30%; anche quando piove o c’è particolarmente coperto la produzione energetica è praticamente nulla.
Quindi anche se a pieno regime i campi fotovoltaici sopperiscono completamente al fabbisogno energetico, di fatto nei mesi migliori si riesce ad arrivare ad un autoconsumo massimo dell’60%, mentre nei periodi invernali l’autoconsumo medio arriva solo al 25%.
Mediamente in un anno si riesce a garantire il 40% della necessità energetica dell’azienda.
Al termine del periodo incentivato, cioè nel 2033 il campo non verrà smantellato; infatti, statisticamente dopo 20 anni di produzione i pannelli hanno un’efficienza ancora del 80% e comunque sarà possibile eseguire dei revamping per garantire una buona capacità produttiva sostituendo pannelli e inverter.
Oggi stiamo costruendo un secondo campo fotovoltaico da 1MWp che sarà pronto nel 2023 e permetterà di perfezionare l’autoconsumo.
La volontà aziendale è di valorizzare questi sistemi di autoproduzione integrando al sistema degli accumulatori che permettano di avere una riserva energetica che possa bilanciare la varianza di produzione. Così facendo sarà possibile gestire i momenti in cui la produzione energetica nelle prime ore giornaliere e in quelle serali, soprattutto nelle mezze stagioni, non è sufficiente a coprire il consumo.
Oltretutto gli accumulatori sono un passaggio obbligato per poter pensare anche a una mobilità elettrica. Infatti, per poter ricaricare i mezzi di trasporto come camion o mezzi d’opera, che verranno ricaricati nelle ore notturne, sarà necessario avere una riserva energetica importante.
Oggi gli accumulatori di grandi dimensioni sono costituiti da container di batterie che gestiscono anche 4 MWh, purtroppo però il prezzo rispetto ai cicli di vita delle batterie e del ritorno di investimento non rende ancora appetibile questa tecnologia, ma come è stato per il pannello fotovoltaico in passato siamo convinti che nei prossimi anni i prezzi si adegueranno per ottenere questi risultati.